Un cereale dalla storia antichissima
Il farro, pianta erbacea della famiglia delle Graminacee, è utilizzato e apprezzato fin dai tempi antichi, tanto che viene indicato come la prima specie di grano coltivato e “domesticato”. Molto diffuso tra i romani, che lo utilizzavano per ottenere focacce e polente, è il cereale che dà il nome alla farina.
Il farro è particolarmente resistente al freddo e può essere coltivato anche in terreni molto poveri, per questo nell’antichità ottiene un grande successo e si diffonde rapidamente. Il successivo arrivo del grano, dalla resa molto superiore, lo ha però pian piano soppiantato. Nonostante questo negli ultimi anni sta prepotentemente tornando sulle nostre tavole, facilitato dalla “moda” dei grani antichi e soprattutto dalle caratteristiche delle diverse varianti, che non hanno bisogno di particolari trattamenti e sono quindi prodotti molto naturali.
In generale possiamo identificare tre specie di farro: Triticum monococcum (piccolo farro), Triticum dicoccum (il farro propriamente detto), Triticum spelta (farro maggiore). Pur essendo tutte adatte alla macinazione, nel nostro mulino realizziamo farine solamente con le ultime due varietà, che garantiscono una maggiore versatilità.
Il processo di macinazione
Le caratteristiche nutrizionali
La farina di farro è molto simile a quella di frumento, sia per composizione che per gusto, anche se è più digeribile e saziante e ha un sapore più intenso. Queste caratteristiche sono dovute alla presenza di molte fibre e della giusta quantità di carboidrati, proteine, sali minerali e vitamine del gruppo B.
Il basso apporto calorico, unito alla notevole capacità di assorbire acqua, rende la farina di farro il prodotto ideale per la produzione di pasta fresca, pane e dolci, soprattutto per chi vuole mantenersi in forma o ha difficoltà a digerire i prodotti a base di grano. La farina di farro contiene inoltre glutine, anche se in basse percentuali, quindi non è adatta ai celiaci.